Erich Fromm vedeva nella società moderna il rischio di definire l’uomo in base a ciò che possiede: “io sono ciò che ho”. Questa logica produce alienazione, competizione e paura di perdere. La sua proposta era un cambio di orientamento: passare dall’avere all’essere, cioè vivere nell’amore, nella creatività, nella condivisione.
Shrii Shrii Anandamurti, con il Neoumanesimo, ha allargato questa visione: non solo l’essere come autenticità umana, ma come unità con tutti gli esseri viventi e con la coscienza universale. Anche per Sarkar l’avidità e il materialismo portano alla distruzione; per questo ha proposto un’economia etica (PROUT), dove l’uso delle risorse deve favorire la crescita integrale di tutti.
Se Fromm parlava di un umanesimo radicale, fondato sull’arte di amare e sul recupero dell’autenticità, Sarkar risponde con un neoumanesimo cosmico, dove la vera ricchezza non è possedere, ma vivere in armonia con sé, con gli altri, con la natura e con il divino.
👉 Entrambi ci ricordano che il futuro non può essere costruito sull’accumulo, ma sulla capacità di essere: amore, servizio, consapevolezza, unità.