L’articolo è liberamente tratto dal video https://youtu.be/Z2iCoK9PK1g?si=b4jjXXIUk05Gbjnj
Viviamo in un mondo attraversato da “-ismi”: nazionalismo, razzismo, casteismo, capitalismo, comunismo, perfino religioni ridotte a dogmi. Ognuno di questi sistemi nasce in un contesto storico preciso, dall’incontro di fattori materiali, psicologici e sociali. Portano con sé una spinta iniziale di risposta ai problemi, ma finiscono quasi sempre per trasformarsi in prigioni ideologiche.
Gli -ismi promettono liberazione e finiscono per irrigidire il pensiero. Creano divisioni, dogmi e identità ristrette che ostacolano l’evoluzione della coscienza.
La proposta di P.R. Sarkar
Shrii Prabhat Ranjan Sarkar ricorda che tutto nell’universo è movimento. Anche la mente deve rimanere aperta, capace di pensiero critico, razionale e spirituale. Quando la mente si irrigidisce in un ism, smette di crescere.
Per questo Sarkar ha proposto il Neoumanesimo: non un nuovo ism, ma un orizzonte senza confini.
Oltre l’umanesimo classico
Se l’umanesimo tradizionale era ancora centrato sull’uomo, il Neoumanesimo allarga il cerchio dell’amore e della ragione a tutta la creazione: animali, piante, fiumi, montagne, persino le pietre. Ogni esistenza è manifestazione della stessa coscienza cosmica.
Il Neoumanesimo è dunque un antidoto agli -ismi: non costruisce muri, ma apre ponti verso una visione universale, compassionevole e razionale.
La pratica quotidiana
Non è un concetto astratto. Il Neoumanesimo si vive nelle scelte di ogni giorno:
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smontare gli stereotipi con domande critiche;
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sostituire la condanna con la curiosità;
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riconoscere ed eliminare i pregiudizi, anche quelli interiori, come l’ageismo o la svalutazione di sé;
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coltivare empatia non solo verso gli esseri umani, ma verso tutti i viventi.
Ogni volta che allarghiamo il nostro cerchio di amore ed empatia, pratichiamo Neoumanesimo.
Gli -ismi sono muri. Il Neoumanesimo è un ponte.
Un invito a muoversi oltre le identità ristrette verso un amore universale, concreto e trasformativo.