radici nella Terra, chioma nell’universo, meditante al centro del cosmo. Trasmette proprio quell’idea di unità tra materia, vita e coscienza che il Neoumanesimo esprime così bene.

La quarta dimensione

1 Novembre 2025

Viviamo in un tempo in cui la Terra ci chiede di cambiare direzione. Le crisi ambientali, le guerre, le disuguaglianze economiche e la perdita di senso interiore sono i segni di un modello di sviluppo che ha separato l’essere umano da sé stesso e dal pianeta. Pensare un nuovo sistema di vita significa riconoscere che la sopravvivenza — e la felicità — non dipendono più solo dal progresso tecnico, ma dall’armonia tra quattro dimensioni fondamentali: individuale, collettiva, sociale e spirituale.

Il Manifesto del Neoumanesimo, scritto da alcuni intellettuali di diverse provenienze geografiche, ispirato alla filosofia di Prabhat Ranjan Sarkar e alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, invita l’umanità a costruire una cultura planetaria fondata su giustizia sociale, cooperazione e rispetto per la Terra. In un mondo frammentato, propone di sostituire la logica della competizione — che mette gli individui e le nazioni gli uni contro gli altri, alimentando disuguaglianze e conflitti — con quella della collaborazione, che riconosce l’interdipendenza tra tutti gli esseri. Solo così diventa possibile considerare come priorità universale i diritti fondamentali di ogni persona: cibo, salute, istruzione, casa, sicurezza e libertà di movimento. In questa visione, la pace non è un’utopia, ma il risultato naturale di un equilibrio dinamico fra persone, popoli e natura.

Oggi molte istituzioni cominciano a superare l’idea che il successo coincida solo con il profitto. Si parla sempre più spesso di tripla linea di bilancio — economica, sociale e ambientale — per misurare la sostenibilità. Ma, come suggerisce Sohail Inayatullah nel suo saggio Spirituality as the Fourth Bottom Line, manca ancora una quarta dimensione: la spiritualità. Non è religione, né ideologia, né appartenenza confessionale. È un’esperienza universale che unisce interiorità e impegno sociale: fiducia nel trascendente e nella vita; pratica interiore di silenzio e consapevolezza; cura per la comunità e per il pianeta; rispetto per ogni forma di vita.

Questa spiritualità laica e inclusiva è il fondamento etico del Neoumanesimo: la forza che trasforma la coscienza individuale in responsabilità collettiva.

La scienza e la mistica, se ascoltate in profondità, parlano lo stesso linguaggio: quello dell’interconnessione. Come ricordano diverse personalità come Teilhard de Chardin, Prabhat Ranjan Sarkar, Guidalberto Bormolini, Federico Faggin e tanti altri, la vita è una rete di coscienze che evolve verso un centro d’amore universale. L’Universo non è un meccanismo da sfruttare, ma un organismo vivente che cresce in bellezza e consapevolezza. Riconoscere questa rete significa passare dall’idea di “risorse” a quella di relazioni: ogni creatura, ogni elemento della natura, ha valore intrinseco e partecipa all’equilibrio del tutto.

La religione, nelle sue forme più autentiche, nasce come via di unione con il divino e con il mistero della vita. Ma, nel tempo, molte religioni si sono trasformate in sistemi di credenze e di riti, talvolta perdendo il contatto con la sorgente viva della spiritualità. La spiritualità, infatti, non appartiene a una confessione: è la coscienza interiore del legame con tutto ciò che esiste, la capacità di percepire il sacro in ogni forma di vita. Le religioni possono custodirla e nutrirla — quando restano fedeli al loro spirito originario — oppure soffocarla, quando diventano strumenti di potere o di separazione. Ritrovare il profumo della spiritualità significa allora tornare alla radice comune di tutte le vie: la ricerca sincera della verità e dell’amore.

Il Neoumanesimo è, in fondo, una filosofia dell’interconnessione. Vede la Terra come una famiglia universale in cui ogni individuo è parte di un tutto più grande. Un sistema di vita neoumanista integra: crescita personale (autoconoscenza, equilibrio interiore); giustizia sociale (diritti e doveri condivisi); armonia ecologica (cura per la natura e per gli esseri viventi); consapevolezza spirituale (riconoscere la Coscienza che permea ogni cosa).

Solo intrecciando queste quattro dimensioni l’umanità potrà affrontare le crisi senza smarrire la speranza.

Il futuro non sarà scritto da chi accumula potere o ricchezza, ma da chi saprà immaginare un mondo più giusto, più consapevole, più compassionevole. Il Neoumanesimo ci ricorda che ogni trasformazione esteriore nasce da una trasformazione interiore: dal passaggio dall’io al noi, dal possesso alla condivisione, dalla paura alla fiducia. È il tempo di una spiritualità planetaria che unisca scienza, etica e amore, trasformando la Terra da campo di conquista in casa comune.

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